martedì 25 ottobre 2011

Intelletto emotivo e neurocardiologia: analisi e ipotesi di progresso conoscitivo sulla pompa ematica, il Cuore

La precedente trattazione si proponeva di illustrare una rosa di intelligenze insite nel sistema nervoso centrale, ergo nell'encefalo e nel midollo spinale che attraverso le vie efferenti trasferisce gli impulsi nervosi alla periferia del corpo. Circoscrivendo l'intelligenza emotiva, cercherò di analizzare il possibile nesso o la probabile origine di questa facoltà. Recenti studi ed indagini estese ad altri organi quali il miocardio hanno evidenziato la presenza di neuroni nello stesso, pertanto si sono gettate le basi per la neurocardiologia.
Data la complessità dell'argomento nonchè la sua notevole ridondanza, un magno studio che espone l'argomento della neurocardiologia è il seguente: http://www.soundgenius.org/documenti/neuroni-nel-cuore/ nel qual caso gradite approfondire l'argomento, che in questa sede cercherò di riassumere riportando alcuni passaggi ed analizzare. Il Cuore concettualmente racchiude un connubio di simbolismi, archetipi e metafore che inconsciamente o istintivamente sin dall'antichità hanno influenzato varie culture, letterature e filosofie, nonchè in primo luogo l'essere.
"Per gli egizi il geroglifico del cuore raffigurava un piccolo vaso entro cui era contenuta l’anima. Il cuore pesato al momento della morte decideva la sopravvivenza dell’anima o la sua distruzione. Nella concezione comune il cuore insieme al fegato è l’organo anatomico più citato nelle espressioni aforistiche, “colpire al cuore”, “essere senza cuore”, “avere un cuore da leone o un cuore leggero”, per esprimere alcune delle metafore d’uso comune."

"Nella medicina cinese il Cuore è un ideogramma che riproduce l’abbozzo del cuore anatomico, una struttura cava, aperta in alto, capace di ricevere informazioni, messaggi, emozioni e nello stesso tempo dopo averle rese coscienti, permettere loro, con la circolazione del sangue, di raggiungere ogni zona del corpo. Il Cuore rappresenta l’Imperatore che svolge due grandi compiti: governare i vasi e il sangue e ospitare lo Shen, termine di difficile interpretazione che i cinesi moderni traducono con la parola mente."

"Il Cuore è l’organo regale che permette l’integrazione tra corpo e spirito, crea le connessioni tra centro e periferia, porta alla coscienza le sensazioni esterocettive, enterocettive, propriocettive, realizza l’esperienza unitaria di se stessi e della propria vita. Nella antica medicina cinese il Cuore svolge le funzioni che in Occidente si attribuiscono al Sistema Nervoso Centrale.
Lo Shen è dunque tutto ciò che permette l’espressione delle funzioni cognitive superiori, come la coscienza di sé, il ragionamento , la capacità di giudizio, la consapevolezza, il pensiero, l’intelligenza. Dalla sua funzione integrante nascono la intuizione e la saggezza."

E' facile intuire come nel passato si attribuisse alla pompa ematica una sorta di
facoltà intellettiva, che solo oggi grazie alla scienza possiamo analizare in modo appropriato questo "quid pluris" con cognizione al di là dell'intuizione.

"Gli ultimi studi di neurocardiologia sui circuiti di comunicazione tra cuore e cervello confermano incredibilmente questa antica intuizione cinese.
Il cuore agisce come se avesse una sua propria “mente”, una intelligenza mista,
emotiva e razionale, che influenza profondamente il nostro modo di percepire il mondo, la nostra capacità di risposta agli stimoli ambientali, agli stati emotivi, regolando e modulando i sistemi che presiedono le attività logiche e viscerali. La presenza di neuroni nel cuore spiega la presenza di una “mente” che non serve solo ad avviare e mantenere il battito cardiaco ma ad inviare segnali di armonia a tutte le strutture corporee."

"Il Cuore possiede una rete di decine di migliaia di neuroni, capaci di contenere percezioni proprie, di memorizzare informazioni provenienti dall’esterno e dall’interno, di inviare segnali al cervello in misura maggiore di quanto non ne riceva da questo. Inoltre si comporta come una piccola fabbrica di ormoni."

Qui possiamo ipotizzare che, alcune azioni guidate da intelletto, siano impartite dal cuore che probabilmente rielabora in modo differente delle informazioni rispetto all'encefalo e da qui possiamo individuare ulteriori aree periferiche intellettive, a maggior ragione di carattere emotivo.

"Il cuore facilita il funzionamento del cervello e questo si traduce nell’acquisizione di una nuova capacità di gestire emozioni come la collera, l’ansia, la depressione."

"Quando viene concepito un bambino, il cuore batte e si forma completamente nell’embrione umano prima che il cervello venga formato.
E’ probabilmente perquesta sua preesistenza, che il cuore influisce primariamente sul cervello piuttosto che assecondarne l’influenza."

Il fatto che il cuore di un feto inizia a battere dalla quarta settimana, mentre il cervello inizia a crescere a partire dalla ottava, potrebbe essere non solo un segno di priorità funzional-fisiologica in quanto organo deputato alla distrubuzione ematica, ma probabilmente vi è un interscambio o una influenza vera e propria a carico dell'encefalo nella sua formazione. Si possono ipotizzare pertanto svariati scenari individuali, inerenti a predisposizioni intellettetive magari mediate in parte emotivamente dai genitori e racchiuse nel cuore del feto, che daranno disposizioni in particolari direzioni, a prescindere da qualunque tipo di educazione o esperienze di vita.

"Il cuore con il suo elettrodinamismo è il detentore di un codice di risonanza che attira le particelle del nostro corpo, che attraverso le proprietà generali della legge di coerenza, variano le interazioni biochimiche e ioniche, comunicano senza dispendio di energia e mutano le singole note che diventano accordi, voci, messaggi. Sembra questa una risposta profonda al problema storico del”uno” e del “molteplice”. Se la materia vivente è una sintesi di coerenza e non coerenza, anche la nostra vita appare un delicato equilibrio tra questi due stati.
Il ritmo cardiaco è il ritmo della vita in quanto sistema oscillatorio in un universo di altri sistemi che oscillano tra una realtà materiale ed energetica che non si oppongono ma si integrano.
La comunicazione cardioelettromagnetica è una fonte poco nota di scambio di informazioni sia all’interno di noi stessi sia con le persone che ci circondano. Le emozioni si percepiscono nel cuore, non nella testa, le emozioni si “attaccano” agli aspetti molecolari e biochimici del nostro organismo. La collera, l’ansia la tristezza la depressione, le preoccupazioni seminano il “caos” nella nostra fisiologia e questi passaggi caotici quotidiani corrispondono a perdite di energia vitale (qi)."

Decisamente importanti anche questi passaggi che collocano il Cuore
in una posizione di rilievo nell'equilibrio energetico ed elettromagnetico, e di riflesso psico-fisico. Ringrazio Angela Di Bari per il suo mirabile ed eccelso trattato sulla complessa questione. A fronte di tali studi, analisi, parallelismi con le corrette intuizioni del passato, è possibile interrogarsi in cosa tutto questo si traduce.

L'intelligenza emotiva, è pertanto detenuta dal Miocardio?
Esistono altri organi dotati di neuroni deputati ad immagazinare informazioni? Ma sopratutto se le informazioni scambiate nei neuroni non sono altro che impulsi elettrici, che generano un campo elettromagnetico, è possibile trasmettere tali informazioni ad un altro individuo, tramite un trapianto, oppure ad un figlio?

L'organo cavo che è situato nel mediastino, ergo il Cuore,
pare che svolga un ruolo comunicativo molto profondo tra gli esseri umani, scambiando vibrazioni e forse informazioni incondizioantamente.
Che sia questo ciò che si chiama intuito o sesto senso? L'intelligenza, e la percezione sensoriale del Cuore?

Oppure solo chi ha quest'area cardiaca più sviluppata riesce ad avere facoltà esclusive? In fin dei conti è una questione di proporzioni.
L'encefalo di un elefante è ben più grande di quello umano, eppure è piccolo in relazione alla sua mole totale.
Stesso discorso è applicabile alla sua proboscide contenente ben 150000 muscoli, rispetto ai nostri 656 muscoli totali.
L'essenza pertanto prescinde la forma.

Si può quindi concludere che il Cuore potrebbe disporre di un intelligenza che convive con quella dell'Encefalo; un intelligenza insondabile, forse riflesso del carattere, forse silente ma operativa.
L'evoluzione ci conduce in una direzione dettata dall'ambiente.
Un tassello in più nel mosaico del nostro universo.

2 commenti:

  1. Il MIOcardio è diverso dal tuo (tuocardio :p)
    In ogni caso, sì... lo penso anche io che il cuore non "è solo un muscolo impazzito" (cit.), ma appunto, potendo impazzire, è più di un muscolo in sè.
    Anche secondo me il cuore ha un "cervello", forse non in divenire ma potrebbe essere un REGISTRO per le nostre emozioni più forti. Capace di mandare questi impulsi.

    Inutile girarci intorno... le cose si fanno o col cervello, o col cuore. L'approccio è diverso, ma entrambe sono valide.
    Non riabilitiamo anche il cazzo, però.
    Le cose alla cazzo non sono quasi mai valide.

    Moz-

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  2. Ehy Yami!

    Sono Ispy, ti ricordi di me? Ho fatto di tutto per contattarti, ma proprio di tutto, anche tramite Miki!
    So che sei molto impegnato, e mentre le nostre vite scorrono inesorabili verso l'avvenire, è sorto un nuovo germoglio: http://losfondoblu.blogspot.it/

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    Con la stima di sempre,

    Ispy

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