lunedì 11 luglio 2011

Forzature Mentali - Povertà della Natura Umana

Incipit: Questo articolo nasce da un discorso avvenuto con MikiMoz. Parlando con lui di vari argomenti, abbiamo toccato diversi punti che, si è notato, hanno un unico nodo principale: l’Uomo. E’ l’Uomo la causa e l’effetto di tutto? O davvero esistono forze superiori che regolano la vita dell’Uomo, ridotto a marionetta? O è l’Uomo stesso sceglie di vivere una vita da marionetta?
Quello che leggerete di seguito è una parte degli argomenti del nostro discorso, sviluppati in forma di post. L’altra parte, complementare, la trovate qui http://mikimoz.blogspot.com/.

Ancora una volta, cogitando attorno all'essere umano, pare inevitabile porre in essere la sua mendacità, correlata ad ogni singolo aspetto della sua esistenza.
In altre sedi si è disquisito esaurientemente delle invenzioni metafisiche a cui egli si assoggetta. Si tende ad antropomorfizzare in senso lato, perchè l'uomo non può vivere senza un "modello". La matematica, la fisica, il tempo. Sono tutti modelli virtuali che esistono per spiegare la natura ed il suo andamento. In altre ere, come ci insegna l'ominazione, l'essere umano ha sempre dato una ragione ad ogni evento. Il Fuoco, i fulmini. Erano venerati come dei, poichè l'uomo non era in grado di dominarli e di comprenderli. Pertanto la "falla" conoscitiva era riempita da una divinizzazione irrazionale.
In seguito si è imparato a dominare ed a controllare gli elementi; Una volta -compresi- hanno perso la loro accezione divina. La ragione essendo una macchina insaziabile, che per recare tranquillità emotiva al suo organismo, creerà "modelli" e si autoingannerà ove necessario, anche sulla sua stessa natura.

La natura umana. Sempre così ipocritamente resa come benigna. "Quel pastore è così ricco d'umanità". Umano. Dovrebbe essere nell'essenza ricco di bontà e buoni propositi, un pezzo d'argilla divino plasmato indefinitamente, ricordando il pensiero di Pico della Mirandola.(Il quale giustifica, quasi, la mutevolezza dell'animo umano in raffronto al disegno divino apparentemente -prestabilito- giustificando anche, pertanto, la questione del libero arbitrio.)

Come disse Joseph Conrad, nel suo romanzo "Con gli occhi dell'Occidente": "Non è necessario credere in una fonte sovrannaturale del male: gli uomini da soli sono perfettamente capaci di qualsiasi malvagità."

Tale aforisma, decisamente eloquente, pone in essere il reale discorso della dualità umana, ed in seconda istanza implicherebbe che la controparte benigna dell'uomo è ben distante dall'avere una matrice sovrannaturale.
L'uomo si inganna, divorato dalla fame della conoscenza, nel convincersi che Dio si rivolga, tramite apparizioni dei suoi sottoposti, agli umili, ai più semplici, a coloro quindi che avrebbero continuato a credere, per tutta la vita, all'esistenza di una realtà certamente migliore.

Gesù disse: "Non mentite, e non fate ciò che odiate, perché ogni cosa è manifesta in cielo."
Eppure anche il più fervido credente, concepisce il cammino alla salvezza(da se stesso) come una "furbata", intesa come obbligo nei confronti di Dio, lungi dall'esser spontaneo.
Da ciò si evince che l'essere umano concepisce, nella sua più reale natura tutt'altro che benigna, l'ascesi come una "costrizione", così come si costringe all'evitare il furto o l'omicidio. E' facile desumere che in assenza di tale ricatto morale, la vera natura umana, si manifesterebbe e accadrebbero eventi analoghi a ciò che accadde subito dopo l'uscita cinematografica del "Codice Da Vinci": Un ragazzo europeo a termine della visione del film, ha ucciso alcune persone. La falla metafisica descritta poc'anzi, essendo stata riempita da nessi logici, ha "liberato" la natura umana.

Come può, Gesù, chiedere di non fare ciò che si odia solo perchè tutto è noto nei cieli? Pregare, seguire la retta via, sono azioni lontante dall'essere spontanee. Sono azioni atte alla salvezza, impongono catene, e la morte della libertà.

Lo stesso Dio, sarebbe intervenuto per l'uomo. Non si può pretendere di considerare l'eventualità di renderlo libero, ciò sarebbe contraddittorio.
I credenti devono sperare che Dio perdoni davvero Adamo ed Eva, e che smetta di perseguitare la razza umana per una ormai vetusta disobbedienza.

3 commenti:

  1. Complimenti davvero!^^

    Come ho già scritto a Miki, avete avuto una bellissima intuizione nel regalare questo dibattito virtuale, e per quanto il vostro modo di trattare questo argomento conosca stili diversi, avete realizzato qualcosa di veramete interessante!

    Ho letto tutto d'un fiato sia il post di Miki che il tuo!
    E non appena la vita universitaria/lavorativa me ne lascerà tempo spero di poter leggere ulteriori confronti, e magari riuscire a partecipare con più calma!^^

    Eliell

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  2. Praticamente io, Miki e tu Yami, abbiamo costruito un triangolo antropologico con i nostri post nei rispettivi blog e abbiamo detto, in modo diverso, le stesse cose.
    L'uomo, vuoi o non vuoi, ha quel bisogno intrinseco di terrorizzarsi, perchè c'è un'entità divina che ci osserva di continuo e che se sbagli, puf! Ti distruggerà.
    L'uomo non si accetta, non si specchia nell'immensità quale è, troppe catene lo avviluppano, ma è esso che si lascia incatenare.

    Ispy

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  3. @Eliell:

    Lieto che ti sia piaciuta questa singolare stesura dell'argomento scissa in due blog. Ovviamente vorrei intervenissi attivamente in qualche discussione quando avrai più tempo, perchè lo scopo della mia sede è prevalentemente nel confronto di idee.

    @Ispy:

    Si, come ho premesso abbiamo già trattato esaurientemente questi argomenti, ma credo sia corretto fornire varie angolature(anche nate casualmente con Miki in chat, ad esempio), sviscerando anche aspetti apparentemente insignificanti. Del resto sono proprio i dettagli o le piccole cose a muovere il Mondo. Sono piccole mutazioni casuali che favoriscono la proliferazione di una specie, così come sono piccolissi dettagli e differenze nel volti degli uomini e delle donne ad operare la selezione naturale che culminerà nella generazione della prole. Pertanto spesso è nell'analisi dei cavilli concettuali che si può rendere meglio una contorta questione.

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