domenica 12 giugno 2011

Dualità encefalica nel corpo umano: simbiosi e dicotomie nell'immanenza della vita stessa

E' necessario un doveroso incipit per tale trattazione; data la mole concettuale, risulterebbe impossibile in un post, escindere gli aspetti teologici dello scibile umano nella sua cronistoria.
Cercherò quindi, di uniformare l'analisi da un punto di vista rigorosamente razionale, per arrivare agli ultimi e rivoluzionari studi genetici, la confutazione della teoria darwiniana, all'etica giustapposizione della parola "fine" al concetto di "Dio" e collegherò il discorso sul "potere della mente"(che a fronte delle ultime scoperte controllerebbe i geni, e ci libera così dal concetto di "automi genetici") con quello di "mente antica del corpo" della trattazione precedente, dimostrando che se a questo universo, esiste un Dio, quello è insito in noi, nella nostra immanenza.

-Per inciso, prendete tutto il tempo necessario per metabolizzare la mole di informazioni di questo ahimè ridondante seppur illuminante post, prima di commentare.

Iniziamo con Dio. E' noto che il bisogno umano di "spiegare" e di dare forma all'ignoto ha origini ben più antiche delle storie narrate nel Vulgata stampato dal caro vecchio Gutenberg, lodevole pioniere della stampa. L'uomo, dall'alto della sua arroganza esistenziale e accentratrice, si è sempre posto ad un gradino superiore rispetto alla natura, in quanto figlio prediletto del Creatore: da qui abbiamo la discriminazione abiogenetica di Aristotele, secondo la quale Dio creò solo gli uomini e gli animali a dispetto degli insetti delle altre creature inferiori che nascevano dalla terra, dai corpi in putrefazione o dal fango.

Solo molto tempo dopo Francesco Redi dimostrò l'inattendibilità della generazione spontanea aristotelica con il famosissimo esperimento dei barattoli contenenti carne, di cui uno coperto ed uno scoperto. Lo scienziato, infatti, rese l'evidenza che solo nei barattoli scoperti si erano sviluppate le larve di mosche, poichè posate dalle stesse, cosa che invece non poteva avvenire nella carne del barattolo chiuso. Pertanto Redi, dopo aver ceduto il testimone a Spallanzi, sino a Pasteur, arriviamo al principio della biogenesi, ergo omne vivum ex vivo.

Per quante possano essere state le scoperte in campo scientifico, la teologia, e movimenti filosofici annessi hanno sempre continuato a crescere, per le ovvie ragioni di imperfezione ontologica. L'uomo ha sempre cercato di rendere se stesso e la natura in quanto creazioni divine, concependo il Deismo, che spiega razionalmente l'uomo e il mondo grazie a un Dio, il Panteismo di Spinoza, secondo il quale v'è un identificazione immanentistica di Dio con la natura, ovvero l'essenza ultima delle cose è Dio stesso per poi arrivare al più recente neologismo "Teoetotomia", nella quale vige quella superiorità Divina(classica anche del Cristianesimo) a discapito dell'inferiorità umana, permeata dalla corruzione e dall'imperfezione per tale condizione.

Analizzando sommariamanete tutti quesi aspetti d'autoinganno e d'autoconvizione in merito alla teologia, andiamo a imbatterci nella suggestione mentale in relazione ai sentimenti derivati dal corpo, come trattato nel post precedente.
A questo punto è il momento di dimostrare, grazie alla grandezza delle ultime scoperte in campo relazional-genetico, l'inconsistenza di Dio, di quanto l'uomo, antica macchina in fase di perfezionamento nelle ere si sia allontanato dalla natura e si sia annichilito subconsciamente in paure che lo hanno reso dipendente da tutto, gettandolo in una schiavitù atavica, condannandolo alle più disparate ed inesistenti subordinazioni per sopperire a se stesso.

Si è scoperto ad operda del grandissimo Bruce Lipton, eminente Scienziato, Biologo cellulare, che il pensiero influenza il DNA e ogni cellula.

Citerò alcuni passaggi chiave riassuntivi per dare un quadro sommario dell'autorevole scienziato, anche se inseriro alcuni link che raccomando di visionare accuratamente per approfondire questo illuminante argomento che porterà a conclusioni incredibili.
[ http://www.tarocchionline.net/reserved/miracoli_bruce_lipton.htm
http://www.scienzaeconoscenza.it/scienza/lipton_biologia_credenze.htm]

"Durante il periodo in cui Bruce Lipton lavorava come ricercatore e professore alla scuola di medicina, fece una sorprendente scoperta sui meccanismi biologici attraverso i quali le cellule ricevono ed elaborano le informazioni: infatti, piuttosto che controllarci, i nostri geni sono controllati, sono sotto il controllo di influenze ambientali al di fuori delle cellule, inclusi i pensieri e le nostre credenze. Questo prova che non siamo degli “automi genetici” vittimizzati dalle eredità biologiche dei nostri antenati.

Siamo, invece, i co-creatori della nostra vita e della nostra biologia."

"Lipton descrive questa nuova scienza, chiamata epigenetica, nel suo libro “The Biology of Belief: Unleashing the Power of Consciousness, Matter and Miracles” (N.d.T.: Biologia delle Credenze: Liberare il Potere della Consapevolezza, della Materia e dei Miracoli) (2005: Mountain of Love/Elite Books). Pieno di citazioni e riferimenti di altri scienziati che conducono, in tale campo, ricerche all’avanguardia, questo libro potrebbe, letteralmente, cambiare la vostra vita al suo livello più fondamentale."

"Fino alla scoperta dell’epigenetica, si credeva che il nucleo di una cellula, contenente il DNA, fosse il “cervello” della cellula stessa, del tutto necessario per il suo funzionamento. Di fatto, come hanno scoperto Lipton ed altri, le cellule possono vivere e funzionare molto bene anche dopo che i loro nuclei siano stati asportati. Il vero “cervello” della cellula è la sua membrana, che reagisce e risponde alle influenze esterne, adattandosi dinamicamente ad un ambiente in perpetuo cambiamento. Che cosa significa questo per noi, quali collezioni di cellule chiamati esseri umani? Man mano che incrociamo le diverse influenze ambientali, siamo noi a suggerire ai nostri geni cosa fare, di solito inconsciamente. I carboidrati ci fanno ingrassare? Sì,se lo crediamo. Saremo amati, avremo successo nel lavoro, saremo ricchi? Se ci crediamo, lo saremo."

"Lipton ci mostra anche come Darwin avesse torto. La competizione non è la base dell’evoluzione; non è la sopravvivenza del più forte che ci permette di sopravvivere e prosperare. Al contrario, dice, dovremmo leggere l’opera di Jean-Baptiste de Lamarck, che venne prima di Darwin e dimostrò che la cooperazione e la comunità sono la base della sopravvivenza. Immaginate se ciascuna dei vostri trilioni di cellule decidesse di farcela da sé, di combattere per essere la regina della collina piuttosto che cooperare con le cellule compagne. Per quanto sopravvivereste ?"

E' illuminante prendere coscienza di quanto studiato scientificamente, di quanto Lamarck avesse ragione a discapito di Darwin, ma sopratutto che le cellule sono dotate di una loro "mente"(come appunto spiegavo in merito ad altri studi nel post precedente)al di là del nucleo stesso.

Nel primo sito linkato, continua l'argomento in un intervista a Lipton e mi propongo di riportare ed analizzare i passaggi più salienti(anche se rinnovo l'invito di leggere ogni cosa per esteso);
Nel libro dell'eminente Biologo, si mette in luce che i nostri geni non condizionano realmente la nostra vita. Facendo l'esempio dei cancri, è stato dimostrato che questi sono evitabili cambiando stile della stessa. Solo una bassissima percentale hanno matrice genetica. Pertanto Lipton sottolinea che le ragioni che ci spingono ad aggrapparci ai geni come esplicativi di ogni male è per via della natura fisica del concetto stesso.

Pertanto il determinismo genetico inizia ad incrinarsi con l'esempio ed il parallelismo di uomini e cellule; difatti se gli uomini non cooperassero come fanno le cellule, l'organismo non sopravviverebbe.

Lipton a seguire, esplica il concetto di "menti cellulari" in termini di membrane comunicanti. Pertanto facendo l'esempio di più cellule comunicanti tra loro, senza alcun ruolo intellettivo del DNA per arrivare al trilione di cellule encefaliche, le stesse opereranno ancora per il principio del cervello cellulare.
Quindi lo scienziato, giustamente mette in evidenza il paradosso della neuro-scienza: "Beh, quando abbiamo comprato l’idea che i geni ed il nucleo formano il cervello della cellula - che ci porta fuoristrada - e la applichi come fosse un principio di neurologia o di neuro-scienza, ti sei già incamminato nella direzione sbagliata. Non puoi arrivare da nessuna parte perché quello non è il cervello della cellula. I nostri principi su come funziona l’intelligenza sono stati totalmente sviati. Ecco perché, dopo tanta neuro-scienza, se chiedi a qualcuno: “come funziona, veramente, il cervello?” La risposta sarà: “veramente, non lo sappiamo”."

Ora onde evitare un eccessiva ridondanza, salterò la parte dell'intervista in cui si parla del genoma umano, delle "forze invisibili che modellano la nostra esistenza" mi concentro sul passaggio di maggior interesse:

"L’epigenetica dice che i segnali ambientali influenzano l’espressione genetica, e questi segnali ambientali talvolta sono diretti, e tal’altra sono interpretazioni, quando per es.le percezioni diventano credenze. Così, ho una credenza su qualcosa, che è una percezione, e aggiusto la mio biologia a quella particolare credenza. Se dicono che ho il cancro terminale e sono d’accordo, allora essenzialmente morirò quando, a detta loro, accadrà. Quali sono le persone che non lo fanno? I casi di “remissione spontanea.” Almeno una persona, scommetto, non ha “comprato” quella diagnosi. E la sola ragione per la quale ne sono usciti è che avevano un altro sistema di credenze completamente diverso, e quindi sono stati capaci di cambiarlo."

"La prima cosa è acquisire le nuove percezioni di come funziona la vita. Lasciare andare o riconsiderare le percezioni con le quali ci siamo formati, che, inevitabilmente, sono vittimizzanti: sono fragile, l’ambiente mi può attaccare, lo zucchero fa male. Queste sono credenze acquisite. Ma la questione è, sono veramente vere? Sono vere se questo è ciò che credi, dal momento che la percezione governa la biologia. Se sono programmato dalla percezione che lo zucchero è dannoso alla mia biologia e lo mangio, allora essendone a conoscenza intossico il mio sistema con la credenza, non con lo zucchero. La maggior parte di queste percezioni si manifestano come credenze limitanti o auto-sabotanti su quello che possiamo o non possiamo fare. Come l’auto-guarigione."

"La tendenza è, no, non ti puoi guarire da solo, devi andare da qualcun altro che ti guarirà. Santo cielo! Dopo parecchi miliardi di anni di evoluzione, il sistema fu progettato per auto-guarirsi. Per quanti milioni di anni gli esseri umani hanno fatto senza medici? Perché abbiamo bisogno di così tanti medici ora? Perché la percezione è che siamo deboli e fragili, ed abbiamo bisogno del loro aiuto. Bene, questa è una percezione. Quando eliminiamo questa percezione ed iniziamo ad immettere nuove percezioni, allora cambiamo la risposta della nostra biologia al mondo che ci circonda.

Man mano che cambiamo le nostre percezioni, cambiamo le nostre risposte. Le percezioni con le quali operi – ti danno sostegno o te lo tolgono? Ti rendono più forte o più debole?"

Pertanto Lipton arriva alla conclusione che queste percezioni sono nel subconscio che controlla la quasi totalità della nostra vita, senza che noi possiamo prenderne atto. Difatti "non vediamo i programmi che sono automatici".
Sempre nell'intervista, lo scienziato facendo l'esempio delle comparate elaborazioni in bit(che invito ad approfondire nel sito) dimostra che l'elaborazione inconscia e infinitamente più potente di quella conscia; In seconda istanza, asserendo che secondo i neuroscienziati cognitivi il 5 per cento del nostro comportamento giornaliero è controllato dalla nostra mente cosciente ed il 95 per cento dal programma subconscio, nella vita quotidiana la mente inconscia è la più potente fonte della nostra biologia.

Un altro passaggio chiave:

"Quando la mente cosciente è occupata, non sta osservando il subconscio. Ed il subconscio è composto dai programmi fondamentali che abbiamo ricevuto dagli altri nei primi sei anni. Mentre si vive la vita con le nostre intenzioni e i desideri della mente cosciente, il 95 per cento del comportamento viene dalla mente subconscia, che è stata programmata da altri."

"E la maggior parte di tale programmazione è veramente limitante. Non ti puoi guarire da solo, non sei abbastanza intelligente, non ti meriti le cose buone, non sei bravo in disegno o quello che è. Queste affermazioni diventano programmi subconsci, che si attivano quando non faccio attenzione. La mente cosciente nella maggioranza è occupata a pensare al futuro o al passato."

Pertanto Lipton afferma che quando il conscio è occupato in questo, il subconscio prende appunto la guida.

"Il vostro cosciente è occupato a cercare di pensare: “Mi merito un aumento e di certo dovrei salire di grado in questa ditta.” Mentre lo fate di certo, state operando dal subconscio, e quello ha un programma che afferma che non vi meritate le cose. Qual è allora l’espressione del vostro comportamento? Il comportamento che è coerente con “Non mi merito.” Ciò significa che farete degli errori o altro che renderanno legittimo che non vi meritiate le cose. Non ve ne rendete conto perché non l’avete visto all’opera, e diventate frustrati riguardo la vostra vita perché ci provate così tanto ad avere successo e non andate mai da nessuna parte. E poi, ovviamente, la tendenza è, non sei tu, è il mondo ad ostacolarti. La grande e bizzarra sorpresa è che il mondo vi darà qualsiasi cosa. E’ il vostro stesso sé che è d’intralcio."

A seguito di questo quanto mai esplicativo esempio, lo scienziato afferma che si può spezzare tale giuoco suggestico con la "consapevolezza"(che invinto ad approfondire) oppure con un altro metodo: Identificare il programma ed eseguire una procedura per riscriverlo, ergo lavorare su noi stessi.

In conclusione il biologo afferma che il pensiero positivo funziona solo se le credenze nel subconscio sono in linea con esso, o se si è completamente attenti. Pertanto Lipton spiega che se si è davvero attenti e si usa quel desiderio di essere positivi e far funzionare le cose, allora è possibile accorgersi di quanto il subconscio ci imponga il suo nastro, che noi possiamo cancellare.

Tuttavia in assenza di attenzione, non conduciamo noi lo spettacolo e pertanto come spiegato nasce il "conflitto", di squisita matrice umana.(ancora una volta non esistono miti di sorta, tutto è dentro noi).

Il professore sostiene: "No, il mondo non vi è contro, sono i programmi limitanti ed auto-sabotanti che acquisiamo in gioventù. Qui è dove dobbiamo azzerarci."

Ora, dopo aver riportato ed analizzato il nuovo volto scientifico della concezione di intelletto cellulare, delle ragioni intrinseche per le quali la scienza ancora non riesce a spiegare le funzioni celebrali e sopratutto delle autolimitazioni subconscie che l'uomo si è creato, arriviamo a scardinare Dio.

Tutto quello che Lipton ha studiato scientificamente ha riscontro nella storia dell'uomo, nel suo perpetuo altalenare in limitazioni, mortificazioni, autosuggestioni atte ad annichilirsi nella sua perversa natura feticista.

I Miracoli, le autoguarigioni sono facilmente identificabili come "nostre" prerogative, di macchine in fase di perfezionamento quali siamo (o forse dovrei dire "eravamo").

Invece l'uomo ha dato il merito di tutto da Dio, nella sua più oscena codardia, di non prendere in mano le redini della sua esistenza da quando l'emisfero destro ha creato ponti cognitivi tra le emozioni del corpo e la mente.

L'eterna insoddisfazione, nasce esclusivamente dal conflitto del "vivere" e del "pensare". Tutto nasce dalle cellule, anche loro senzienti, e l'organismo stesso ha una sua coscienza che la nostra anomalia encefalica-cognitiva manipola e distorce, producendo autoinganni e danneggiando persino noi stessi.

Mi sento di concludere questa magna trattazione dando ragione a Lipton, e ai più recenti studi che conferiscono all'uomo la sua unicità, e sopratutto è di fondamentale importanza riflettere con la propria mente in modo lucido, individuando meri movimenti speculativi anche nella scienza, atti a ricevere solo sovvenzioni economiche.

Gli uomini, lasciano sempre un testimone, da raccogliere. Sta a noi quale scegliere per correre nel miglior modo possibile.

13 commenti:

  1. Tralasciando la questione di Dio e dell'Uomo, che ho già ampiamente trattato diverse volte, qui e altrove, e riassumendola in due parole con "è l'Uomo che ha inventato Dio perchè meschino e incapace di avere risposte"..., dico la mia sul post (che me pare una tesi di laurea XD)

    Dunque, l'uomo è indubbiamente un animale. Sociale, vero, ma sempre animale. Vive d'istinto, e anche se le regole e le leggi (morali o giuridiche) frenano spesso e volentieri i suoi slanci, le sue propensioni, come comunque è giusto che sia, l'Uomo resta un animale.
    Concorre per la sopravvivenza, inteso in modo darwiniano, ma io penso che ogni uomo è un elemento a sé, ha una personalità spiccata ed è UNICO. Forse non tutti gli animali lo sono, solo qualche specie, ma non so, non mi addentro nel discorso, oppure ne riparleremo dopo...

    Comunque, è UNICO ma penso anche che COLLABORI con gli altri: ritengo anche io che l'Uomo vivrebbe pochissimo senza la collaboriazione e senza società. E' la "condanna" dell'intelletto.
    L'Uomo è un animale sociale.
    Ma a volte dimentica di essere sociale. E dimentica di essere persino animale: non esistono animali MESCHINI.

    Moz-

    RispondiElimina
  2. Mi son promesso che prima o poi raccoglierò cotanto scritto e sapienza per rilegarli in un documento antropoligico-scientifico di cui vorrei acculturarmi.

    Anche se Yami sa e si vede, scrive e sa quel che scrive, io non "soffro" leggendo questa "ridondanza piacevole", e riesco, seppur ignorante in questioni così addentrate nella chimica biologica e anche vagamente antropoligica, a comprendere e ad assorbire quello che vuole trasmetterci.

    Io escludo Dio dalla mia vita, ma è interessante come lo si escluda, dimostrando scientificamente senza obiezione alcuna, quello che in realtà è! Dio esiste perchè noi vogliamo farlo esistere, tutto vive in un'illusione-immaginazione che addirittura arriva fin alle parti strutturali di una cellula.

    Mi aspettavo qualche accenno alla ghiandola pineale, visto che se ne parla molto per quanto concerne la parte "sognante - misterica" dell'essere umano, e di come venga sviluppata da talune persone per indurre sogni lucidi o esperienze pseudomistiche, ma son sicurò che ce ne sarà modo.

    Yami, come ben sai, fremo per leggere il post successivo.

    Ispy

    RispondiElimina
  3. Rispondendo a Miki, sono concorde in merito alle sue considerazioni social-antropologiche.

    Il discorso è che a fronte dell'ultimo post, si è evinto che l'uomo è un animale che avendo sviluppato così tanto l'encefalo, si pone in modo anomalo e irrispettoso alla sua veneranda struttura cellulare, spesso ignorandola e danneggiandola.

    L'uomo ha creduto che il DNA fosse pregno di ogni segreto della nostra razza, e pertanto la causa dei nostri mali, delle nostre malattie e problemi, quando in realtà ci sono processi tecnici che ancora non si è in grado di identificare e spiegare e pertanto rimettono molti aspetti della genetica in discussione, senza contare il ruolo dell'encefalo in tutto questo come ampiamente mostrato.

    Rispondendo a Ispy, come ho detto sono conscio della grande tecnicità di queste trattazioni quasi totalmente scientifiche(anche se io le infarcisco a modo mio di storia filosofia e considerazioni personali)e non c'è assolutamente nulla di male ad ammettere la propria ignoranza in merito, anzi il solo fatto di essere consapevoli dei propri limiti è la vera chiave propulsiva per l'erudizione.

    In merito alla Ghiandola Pineale, ho sentito qualcosa in merito, ma non essendo padrone di questo argomento non posso trattarlo se non lo approfondisco previamente.

    Ad ogni modo, dopo questi trattati di matrice prevalentemente scientifica, nei quali ho voluto definire i più moderni capisaldi per lo studio antropologico, mi occuperò di altre trattazioni più umanistiche e sociali, anche in relazione ai post precedenti che saranno comunque propedeutici.

    Qualunque dubbio, considerazione o critica è sempre ben accolta, come ho detto questo blog non (ri)nasce con l'intento di diventare mera vetrina di pensiero, incomprensibile all'utenza per trattazioni troppo tecniche, ma bensì come un luogo di disquisizione su qualunque aspetto di un post. Semplicemente in base all'argomento esporrò ai massimi livelli tutte le argomentazioni necessarie per arrivare alle più corrette e razionali conclusioni, e per tali argomenti e trattazioni(come gli ultimi, appunto) la scienza è fondamentale.

    RispondiElimina
  4. Sì, ma perchè allora l'Uomo spesso va contro il suo istinto? Contro la sua natura?
    Se fosse solo un animale (senza sociale) potremmo essere certi che non farebbe mai del male a terzi per godere del dolore altrui.
    Qual è il giusto equilibrio? Esiste? Esiste un modo per essere se stessi senza limitare la libertà degli altri, senza fare azioni che siano legalmente o meglio ancora moralmente inaccettabili?
    E cos'è la Legge? E la morale?
    La legge è umana e potrebbe cambiare anche appena esci dal tuo prefisso: da me se ti meno vado in carcere, da te se ti meno vengo premiato.
    E la morale? Non è sempre dettata da una maggioranza? E' morale che le donne siano coperte dal velo? E' morale che alleviamo mucche in stalle-lager per farne hamburger del macdonald's?

    Moz-

    RispondiElimina
  5. Miki nel tuo commento lanci infiniti spunti di dibattito social-antropologico.

    Ad ogni modo ti rispondo prendendo in esame Rousseau e il suo capolavoro di pedagogia l'Émile.

    Come sappiamo Rousseau profetizza il famoso stato di natura, nel quale si manifesta la natural bontà dell'uomo, ergo l'uomo nasce con un innata matrice positiva e non deleteria per sé o per gli altri.

    In un certo senso potrebbe porsi in essere un parallelismo tra l'evoluzionismo di Lamarck e il pensiero Roussouiano, in quanto lo stesso filosofo francese sosteneva(al contrario della scissione anima-corpo cartesiana) che le dinamiche del corpo si estendono a quelle della mente senza la sopraffazione dell'autonomia di quest'ultima. Insomma si pone il reale legame tra la natura biologica dell'uomo e la sua coscienza e desiderio, ma tutto riconducibile ad uno stato di natura; Difatti l'uomo allontanadosi dalla stessa, vive nel degrado, nell'imbarbarimento, nell'infelicità. Pertanto Rousseau sostiene che la società può funzionare in modo corretto solo se ricondotta allo stato di natura dell'uomo.

    Il filosofo francese all'epoca era consapevole che l'evoluzione dell'uomo può spingerlo nel baratro(mi torna alla mente la frase emblematica "La salvezza risiede nelle cose che l'uomo cerca di dimenticare :)).

    A mio modo di vedere, è impossibile guidare l'uomo nel verso della felicità, sia in società che in solitudine.

    L'evoluzione, le auto-limitazioni, i miliardi di vettori opposti che si diramano nella società in termini di aspettative, propositi e desideri creano un caos. Se esistesse almeno un individuo infelice crollerebbe il concetto di tale società.

    La nostra mente obnubila e reprime gli impulsi naturali del nostro corpo, provocando conflitto e dolore.

    Dici bene quando ti interroghi sulla relatività delle leggi "umane", e sul concetto etico di bene e male.

    Ancora una volta ti rimando al "La soglia dell'Uomo e del Male" dove è il dolore, che si pone in tale soglia.

    Ma tratterò questo tema per esteso.

    RispondiElimina
  6. Il fatto stesso che ragioniamo potrebbe essere una condanna...

    Forse però le leggi sono dettate dall'istinto... anche i branchi di animali hanno delle "leggi" specifiche... saranno cose innate.
    Ma chissà perchè allora certe volte sono così profondamente diverse. Forse sono derivanti da usi e costumi, da cose di società... oppure perchè ogni popolo è una sottospecie a sè, come dire UMANI-FELINI, italiani-gatti, francesi-tigri, marocchini-linci ecc... BOH

    Moz-

    RispondiElimina
  7. Io credo che vi siano dei contrasti di base tra le "leggi razionali" e le "leggi animali".

    Sono d'accordo col tuo concetto di "sottospecie", effettivamente gli usi e i costumi dei vari popoli sono diversi, anche da un punto di vista etico.

    Credo anche che le varie dicotomie tra queste leggi della natura umana sono una nostra esclusiva per via del nostro encefalo, che distorce gli impulsi del nostro corpo; pertanto la diversità credo che venga maturata sempre dai conflitti razionali anche in concomitanza delle sottospecie.

    RispondiElimina
  8. Commento 1
    Come mi aveva detto Yami i commenti esulano dall'argomento, li ho letti comunque, sono stata brava e si sono sopravvissuta al post...
    Ecco i refusi e per chiunque si chiedesse il perchè di tale giochetto, io smetterò di fare la correttrice di bozze quando Yami smetterà di fare il pedante:
    Spallanzi (questo è l'unico che condidero "grave")
    sommariamanete
    quesi
    autoconvizione
    operda
    inseriro
    percentale
    es.le. (qui manca solo lo spazio)
    suggestico
    invinto

    RispondiElimina
  9. Commento 2
    Ho trovao l'argomento interessante per cui mi sono andata a leggere le notizie sui siti segnalati, ho fatto qualche ricerca su google, anche se mi spiace non aver trovato pubblicate le ricerche che hanno fatto giungere Lipton alle sue comclusioni, ma solo pubblicità dei libri.
    Ho trovato interessante la parte relativa al caro, bistrattato Lamarck, beh a pensare quando veniva denigrato a partire dalla seconda liceo scientifico, trovo commovente una sua riabilitazione a distanza di secoli.
    Per il resto non trovo le notizie di tale Lipton tanto sorprendenti, e non per fare la saccentella, ma solo perchè sono nel campo. Non posso dare giudizi, nè fare affermazioni scientifiche per quanto concerne il concetto le nostre percezioni sarebbero o non in grado di guarirci.
    Mi pare che il tutto sia un pò più complesso ed è difficile anche capirne propriamente il senso dai semplici link riportati, ci servirebbe molto più studio. Che sia interessante la visione di questo scienziato, come possa avviare nuovi studi, dare spiegazioni non posso escluderlo, ma come per la scienza non solo si deve andare cauti, ma solo il tempo potrà dirlo.
    Per il resto mi sembra che molti interventi di questo Lipton sfocino nell'aspetto più psicologico della nostra vita, come ho detto sembrerebbe affascinate tutto qui.
    Non affronto il discorso su Dio volutamente, non mi va di parlarne.
    Ciao

    Chiya

    RispondiElimina
  10. Ahahaha Vale, come ti ho detto non avverto alcun fastidio a leggere le tue correzioni, anzi mi aiuti a perfezionare il post stesso, quindi appena potrò correggerò gli errori da te segnalati. :) Se essere pedanti è il prezzo da pagare per essere formalmente sintetici, beh me ne farò una ragione(quanto sarebbe stato lungo questo post, a spiegare tutto in chiave semplice con termini maggiormente fruibili?). ;)

    Per quanto concerne l'attendibilità delle tesi di Lipton, io mi sono limitato a riportare prevalentemente le sue considerazioni ed i ragionamenti che lui ha condotto. Che io mi senta di dar ragione al Biologo non implica che le sue tesi siano esenti dall'aver falle(come la genetica stessa), e come ho precisato a fine post ogniuno dovrebbe valutare con la propria lucidità movimenti scientifici atti alla pura speculazione(ad ogni modo non ho trovato nessuna calunnia ai danni del Biologo, almeno, nessuno lo accusa di millantare e penso che sia probabile leggere le sue ricerche ed i suoi studi approfonditi proprio sui suoi libri, se gli stessi non sono disponibili in rete e non credo che uno scienziato, comunque professore universitario, possa affermare qualcosa su puri ragionamenti astratti).

    E proprio in luce di tutto questo volevo leggere il tuo parere a riguardo di questa trattazione, perchè a mio modo di vedere un dibattito pregno di raziocinio, una serie di ponderati interventi, favorisce una visione maggiormente corretta di un argomento.

    RispondiElimina
  11. Cercherò di spiegare ciò che penso non senza difficoltà visto la lunghezza del post, la difficoltà degli argomenti tirati in ballo e analizzati in modo superficiale (per ovvie ragioni), e la questione dell’esistenza o meno di Dio che, come ho detto, non mi interessa discutere.
    Per prima cosa mi pare doveroso dire che non ho i libri di questo scienziato, non credo che li leggerò a breve e ho cercato al di là dei siti linkati da Yami altre informazioni sugli articoli o appunto su questi studi che da un elenco che ho trovato risalgono periodo 1998-2001, per poi credo, interrompersi poiché si è dedicato a d altro. In generale che ho trovato non è stato esaustivo non mi ha soddisfatto, mi dovrò quindi attenere alle interviste, brani delle quali Yami stesso ha riportato nel post, e di rispondere a Yami, se ci riesco.
    Ora partendo dal fatto che questo professore ha fatto gli ultimi studi nel 2001, o almeno così ho evinto dall’elenco trovato, capisco bene che lo studio si pone subito dopo il sequenziamento del genoma umano finito intorno al 2000. Ora dopo il sequenziamento il dogma centrale della biologia molecolare è venuto a cadere, in generale il mondo scientifico ha riconosciuto che non si potesse più credere alla corrispondenza biunivoca un gene una proteina, i 25000 geni codificanti scoperti nell’uomo non potevano spiegare le 90000 proteine che possono essere sintetizzate.
    Voglio solo dire, per non entrare troppo indettagli tecnici e perché sulla rete ci sono siti che spiegano egregiamente l’argomento, che queste informazioni date da Lipton sono da una part interessanti, da una parte non sono nuove alle orecchie degli addetti ai lavori, naturalmente sempre rispettando chi le condivida e chi no.
    E’ stato interessante la parte su Lamarck, da una parte abbiamo la riscoperta di uno studioso che, ammirato da Darwin stesso, fu il padre della teoria evoluzionistica contro il concetto di creazionismo, ma perché nel lontano 1800 ebbe delle brillanti intuizioni che con questo non fanno cadere la teoria di Darwin (grazie a cui si inizio a capire l’ereditarietà dei caratteri acquisiti) ma si integra con essa, proprio perché è di un grande scienziato scoprire la verità confutare o smentire con i suoi studi le proprie e le altrui teorie.
    Mi è difficile spiegare meglio senza entrare nel dettaglio, di sicuro non sono brava a spiegare a persone non del settore che, per quanto interessante non trovo nulla di nuovo nel sentirmi dire che il DNA non è il cervello della cellula, che i geni non determinano la nostra vita o dobbiamo riscoprire le nostre membrane cellulari, anche un biologo al primo anno sa che senza la trasduzione del segnale saremmo neanche dei parameci (scusate battuta stupida).

    RispondiElimina
  12. Volevo aggiungere che l’epigenetica non è una scoperta rivoluzionaria è una branca della biologia molecolare che si studia da una quindicina di anni, come da altrettanto si sa che i tumori hanno una larga parte di componente epigenetica e come molti tumori non sono di origine genetica (anche se c’è purtroppo una propensione ereditaria per alcuni) e che di sicuro altrettanti si prevengono con un corretto stile di vita e onestamente sfido a dirmi che i stessi medici non ripetono da decenni la stessa cosa.
    Io non sono medico e sono felice di questo, la biologia è fondamentale nella ricerca medica e spero, sebbene non sia scontato, che sempre di più ci sia una fiducia e stima reciproca tra medici e biologi per scoprire nuove cure. L’aspetto fondamentale in tutto questo discorso è che in Italia,e come nel resto del mondo, visto le campagne di Bruce Lipton, c’è una cattiva informazione per quanto concerne il campo scientifico, sia medico, sia biologico. Le cose se sento ai telegiornali sono notizie superficiali, spesso fuorvianti usando parole non corrette ma solo al fine di dare una notizia sensazionale. Vi dico solo che la stessa cosa è successa per una ricerca fatta una collega di un laboratorio accanto al mio, la cui notizia è stata dato sul sito della Sapienza, in modo totalmente errato, sebbene i giornalisti siano venuti a intervistare i diretti interessati e gli stessi abbiano rilasciato una sorta di comunicato stampa.
    Non mi sorprendo allora se alcune notizie date da questo professore suscitino scalpore o comunque sorpresa visto che le persone non hanno gli strumenti per una corretta informazione.
    Forse ci sarebbe altro da aggiungere o discutere ma ho paura che già così mi sia un pò persa nel discorso, anche perché non era mia premura rispondere al quesito se Dio esista o meno e se Yami ha trovato una prova nelle parole di questo professore non era mia volontà negarla, nè in questa sede, nè altrove.
    Mi scuso per eventuali orrori ortografici.

    Ciao

    Chiya

    PS Ho avuto problemi a postar epe rintero il commento, scusate

    RispondiElimina
  13. Come speravo hai apportato alla discussione la tua ottica di addetta ai lavori.

    "L’aspetto fondamentale in tutto questo discorso è che in Italia,e come nel resto del mondo, visto le campagne di Bruce Lipton, c’è una cattiva informazione per quanto concerne il campo scientifico, sia medico, sia biologico."

    Che vi sia disinformazione o distorsione di studi o movimenti scientifici credo sia naturale. Per questa ragione credo sia opportuno trattare tali argomenti nel modo più distaccato possibile e sopratutto sottoporli a varie persone.

    Che Lipton si ponga ad un utenza non prevalentemente scientifica credo sia palese così come lo è il suo porsi con quel retrogusto di sponsor delle sue tesi in ambito commerciale.

    Ma ad ogni modo ciò che asserisce credo che incentivi il discorso dell'unicità dell'essere umano, di questa rivalutazione cellulare che esplica capacità o "miracoli" che esulano da una matrice puramente divina.

    "Forse ci sarebbe altro da aggiungere o discutere ma ho paura che già così mi sia un pò persa nel discorso, anche perché non era mia premura rispondere al quesito se Dio esista o meno e se Yami ha trovato una prova nelle parole di questo professore non era mia volontà negarla, nè in questa sede, nè altrove."

    Come ho detto, credo che Lipton fornisca un modello umano più coerente con la realtà, dalla quale Dio è esente. Basti pensare a coloro che con la loro mente influenzano il loro corpo, che vivono in modo "attento" non dormiente come noi viviamo. Tutto ciò che di paranormale può avvenire alla vista umana, andrebbe considerato pertanto come sola percezione; Sarebbe fallace attribuire dei fenomeni o delle capacità paranormali "umane" a realtà trascendenti. Per quanto mi riguarda invece potresti anche commentare la questione teologica legata a Lipton esprimendo il tuo parere.

    Lo scopo di questa sede è puramente analitico, vorrebbe liberarsi da commenti di circostanza che non guidano l'analisi del post e la conseguente inibizione dei lettori per la "sacralità" della trattazione ad opera dell'autore.

    Se pensate di leggere cose non conformi al vostro pensiero, esponete le vostre idee per dar vita a un razional dibattito. :)

    RispondiElimina